giovedì 30 gennaio 2014

ESPIANTO DI ORGANI: QUELLO CHE NON TI HANNO DETTO

La così detta "morte cerebrale" costituisce il cardine centrale su cui è basata l'espianto-trapiantologia.

Senza di essa la chirurgia sostitutiva centrata sull'espianto di organi da soggetti vivi che hanno perso la coscienza, non avrebbe avuto un seguito. I pazienti sotto ventilazione definiti arbitrariamente "cadaveri" dai medici che dichiarano la "morte cerebrale", in realtà non lo sono né per la biologia né per la legge.
Per la biologia non lo sono perché i pazienti hanno tutti i loro organi perfettamente funzionanti.
Per la legge non lo sono perché la normativa recita: "per cadavere si intende il corpo umano rimasto privo delle funzioni cardiorespiratoria e cerebrale".
NON TI HANNO DETTO che l'espianto di organi quali cuore, fegato, polmoni, reni, ecc., si effettua da persona in coma, sottoposta a ventilazione mediante intubazione, e non da un morto in arresto cardiocircolatorio-respiratorio, come tutti intendiamo. 

La persona viene incisa dal bisturi mentre il suo cuore batte, il sangue circola, il corpo è roseo e tiepido, urina, può muovere gambe, braccia, tronco, ecc... Le donne gravide portano avanti la gravidanza.
Non è vero che prima si interrompa la ventilazione e che poi, a cuore e respiro fermi, si inizi il prelievo, ma è proprio l'opposto.

Gli organi vengono tolti da persona che ha perso la coscienza, ma che reagisce istantaneamente all'incisione chirurgica con movimenti degli arti e del tronco, aumento della frequenza del polso e della pressione arteriosa a conferma della sua vitalità e quindi le reazioni alla sofferenza prodotta dall'espianto  sono impedite da farmaci curarizzanti (paralizzanti) o da anestetici. E' solo con l'espianto degli organi che interviene la morte nel senso comune e classico del termine.

Espianto a cuore non battente da 1 a 5 minuti (NHBD)Non bastano gli organi espiantati a cuore battente da persone dichiarate in "morte cerebrale" e così i falsari dei trapianti hanno sviluppato "contro legge" un protocollo autoritario da applicare a persone con attacco cardiaco reputate "precocemente" senza speranza.
I falsari la chiamano "donazione a cuore fermo" per convincerci che sono morti, ma così non è.
A livello internazionale è definita "Donazione a cuore non battente" da 1 a 5 minuti (Non Heart Beating Donor NHBD) ma cervello vivo. Si tratta di non applicare la rianimazione, anche se il cuore potrebbe riprendere, e di uso della circolazione extra-corporea per ossigenare reni e fegato, ostacolando l'afflusso di sangue al cervello.
Se chiami il 118 per segnalare un attacco cardiaco, sappi che come primo atto telefoneranno al Coordinatore dei prelievi e avvieranno da subito la preparazione per effettuare l'espianto allo scadere dei 20 minuti previsti dalla legge per la dichiarazione di morte cardiaca.

Dr. Robert D. Truog, Dr. James C. Fackler, Harvard Medical School Boston:
Non è possibile accertare la cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello con i mezzi clinico-strumentali attuali
[Critical Care Medicine, n° 12, 1992, “Rethinking Brain Death” (Ripensamento sulla morte cerebrale)].

Prof. Peter Singer, Presidente dell'Associazione Internazionale di Bioetica:
...la morte cerebrale non è altro che una comoda finzione. Fu proposta e accettata perché rendeva possibile il procacciamento di organi (Congresso di Cuba 1996).

Dr. Cicero Galli Coimbra, Head of Department neurology and neurosurgery, Univ. Sau Paulo, Brasil:
...i protocolli diagnostici per dichiarare la morte cerebrale (test dell’apnea) inducono un danno irreversibile su pazienti che potrebbero essere salvati (Convegno internazionale Roma 19/2/2009).

Prof. Dr. Massimo Bondì, L.D. Pat. Chir. e Prop. Clin. Univ. La Sapienza Roma, chirurgo generale e patologo generale:
La morte cerebrale è ascientifica, amorale e asociale (Audizione Commissione sanità 1992).

Dr. David W. Evans, Fellow Commoner of Queens’ College Cambridge, cardiologo dimessosi dal Papworth Hospital per opposizione alla “morte cerebrale”: “C'è grande differenza tra essere veramente morto ed essere dichiarato clinicamente in morte cerebrale” (Audizione Commissione sanità 1992).
“Un tracciato elettroencefalografico può essere normale anche se piatto, cioè privo di ritmo visibile: ad esempio soggetti adulti ansiosi o soggetti neonati possono avere un tracciato piatto che di per sé non è assolutamente definibile patologico” (Prof. Lodovico Bergamini, docente di neurologia all'Università di Torino. Manuale di neurologia clinica).

La dichiarazione di "morte cerebrale" copre qualunque malpractice ed evitando l'intervento i neurochirurghi, i rianimatori, i medici legali si sentono comunque al sicuro, poiché "salvare gli organi ad ogni costo" è in linea con la filosofia di Stato.
Tale perverso comandamento elimina il salvare il paziente ad ogni costo, comandamento questo che affonda le sue radici nella storia della medicina.


IL DIBATTITO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE È ROVENTE, MA IN ITALIA CONTINUA LA CENSURA


***** QUELLO CHE DEVI SAPERE *****

NIHON UNIVERSITY: “TERAPIA DELLA IPOTERMIA CEREBRALE CONTROLLATA”
Neurochirurghi giapponesi hanno salvato 14 pazienti su 20 con ematoma subdurale acuto associato a danno cerebrale diffuso e 6 su 12 con ischemia cerebrale globale da arresto cardiaco da 30 a 47 minuti, riportandoli a normale vita quotidiana, con pieno ristabilimento delle capacità di comunicazione verbale.
“Una dichiarazione affrettata di cosiddetta ‘morte cerebrale’ senza che sia stata tentata tale terapia potrebbe ben costituire omicidio o, come minimo, premeditata omissione di soccorso e malpractice” (Yoshio Watanabe MD; Cardiac Transplantation: Flaws In The Logic Of The Proponents. 
JPN Heart J, Sept 1997 - Hayashi N, MD, Brain Hypothermia Therapy, JPN Med J, July 6, 1996).


SILENZIO ASSENSO E’ DITTATURA!

È in vigore la Legge n. 91 del 1° aprile ’99, detta del silenzio-assenso, promozione trapianti, organizzazione, finanziamenti, export-import. Essa va a sommarsi alla L. 578/93, al D.M. 582/94 e D.M. Turco 11/04/08 che impongono concetto e dichiarazione della “morte cerebrale” in 6 ore per tutti, neonati ed adulti.
Questa legge prevede che il Ministro della Sanità emani un decreto attuativo con 10 direttive per la schedatura dei cittadini in donatori e 
non-donatori (per la manifestazione di volontà, negativa o positiva, alla donazione degli organi)come e quando le ASL dovranno inviare notifica documentata a ciascun cittadino affinché si presenti per la dichiarazione di volontà. Solo dopo tale notifica, quanti non avranno risposto all'ASL, verranno d'ufficio considerati donatori.
Tale Decreto non è stato emanato da nessuno dei Ministri che si sono susseguiti (Bindi, Veronesi, Sirchia, Storace, Turco, Sacconi, Fazio, Balduzzi ecc.).
La giustificazione data da Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, è il costo e dichiara in data 19/06/2008: “si è scoperto che è troppo farraginosa e che la procedura dell'informazione ai cittadini chiamati a comunicare in forma ufficiale all'ASL le proprie volontà costava troppo. Circa 10 € a persona. Niente fondi”. Ribadita da Ignazio Marino.
La verità è che temono che i cittadini dichiarino la loro opposizione.
Preferiscono circuire ad uno ad uno i familiari che hanno parenti in coma per incidente o malattia, perché dal loro isolamento, stordimento e sofferenza il coordinatore degli espianti strappa più frequentemente delle firme illecite di non opposizione.
ATTENZIONE! Da più di 13 anni si attende tale decreto (art. 5): il Ministro inadempiente (Rosy Bindi)  invece ha emesso un decreto temporaneo (8 Aprile 2000) contrario alla legge nello spirito e nella lettera, aprendo le porte a raccolte illegali e abusive presso Asl, ospedali, ambulatori, associazioni pro-trapianto e anagrafi comunali, siti web..., poi travasate nella totale assenza di garanzie nel database illegale del Centro Nazionale Trapianti.
Questo è pericolosissimo per i non-donatori: abbiamo diffidato tutte le ASL, i Ministri della Salute e presentato ricorso al TAR.

Ricordiamo che la Legge precedente, L. 644/75, permetteva al familiare l'opposizione anche per coloro che erano donatori d'organi presso le associazioni di donazione.
La propaganda trapiantistica per la nuova legge verteva sul fatto che era ingiusto che la volontà di donazione venisse ostacolata dai familiari, quindi il Decreto Attuativo della L. 91/99 aveva come scopo che ciascuno decidesse per sé.
Omettendo il Decreto Attuativo hanno ostacolato la personale dichiarazione e, capovolgendo lo spirito della legge, nella pratica i medici utilizzano illecitamente i parenti per autorizzare l'espianto, facendo ricadere su di loro la responsabilità e così facendo frenano eventuali denunce.

Ci vuole conoscenza della violenza dell'espianto praticato a cuore battente e sangue circolante per opporsi con determinazione scrivendo, all'atto del ricovero, o appena possibile, una preventiva opposizione cautelativa, ma i modi e i tempi dell'espianto vengono sistematicamente omessi dalla propaganda manipolatrice.
SENZA DECRETO ATTUATIVO art. 5
NON E' APPLICABILE IL SILENZIO ASSENSO art. 4

IN ATTESA DEL DECRETO VIGONO DISPOSIZIONI TRANSITORIE art. 23
1) Diritto della persona di opporsi all'espianto di organi/tessuti/cellule con dichiarazione autografa, per es. la CARTA-VITA (dichiarazione autografa) da noi emessa.
http://www.antipredazione.org/materiale/2012_06%20Volantino%20azzurro.pdf

 

2) Diritto dei parenti di presentare opposizione scritta per coloro che non si sono espressi. I parenti sono esclusi in presenza di documentata volontà favorevole del malato (Attenti ai tesserini fasulli!).
3) Senza una forma scritta d’opposizione “è consentito procedere al prelievo di organi,  tessuti e cellule”. 
Il pericolo è totale per le persone sole.
È illegale che i medici chiedano ai parenti la firma di donazione, crudele ed immorale  “donare” un altro. È illegale e criminale espiantare un non-donatorefingendo di praticare un'autopsia.

Chi visita il sito del Centro Nazionale Trapianti va in confusione a causa della genericità, superficialità, ambiguità ed illegalità delle informazioni fornite, in quanto sulla base di un Decreto Temporaneo (8 aprile 2000) contro legge, sono state aperte le porte a raccolte illecite presso Asl, ospedali, ambulatori, associazioni pro-trapianto, anagrafi comunali e siti web...
Non ultimo il tesserino blu della Bindi (che fu spedito a casa a tutti assieme alle tessere elettorali in occasione delle votazioni referendarie del 2000…) consigliamo di buttare via, perché illecito e di facile manipolazione laddove il soggetto nega la disponibilità.

 

REFERENDUM DEL 21 MAGGIO 2000 E MODULI PER L' ESPIANTO DI ORGANI
IL MINISTRO ROSARIA BINDI CANCELLA LA LEGGE DEL PARLAMENTO E NE FA UNA PROPRIA PER FAVORIRE
GLI ESPIANTI/TRAPIANTI FACILI

L' iniziativa del Ministro della Sanità Rosaria Bindi di abbinare ai certificati referendari del 21 maggio 2000 i moduli per l' espianto ha ingannato 41 milioni di cittadini.
Questi moduli su cui barrare con una "X" la casella del SI o del NO all' espianto di organi a cuore battente e al prelievo di tessuti sono in totale violazione della legge vigente N. 91 votata, nel bene o nel male, dal Parlamento ed emanata il 1° aprile '99.
Tale iniziativa va considerata una furbizia del Ministro e, per certo, contravviene gli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 14, 23 e 28 della legge conosciuta come legge del SILENZIO-ASSENSO.
Quello che ci ordina la Bindi è peggio del silenzio-assenso: è la finzione della schedatura, è il marasma totale.
Nel marasma i predatori aumentano.

 

E' da sottolineare che all'art. 23 la legge stabilisce che siamo già proprietà dello Stato, salvo opposizione documentata: “è consentito procedere al prelievo di organi e tessuti... salvo che il soggetto abbia esplicitamente negato il proprio assenso”.
Quindi la mancata emanazione del Decreto Attuativo per la manifestazione di volontà colpisce esclusivamente i non donatori, che non hanno il modo garantito in sede pubblica per manifestare l'opposizione e devono ricorrere alla Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi per ottenere la Carta-Vita/Dichiarazione Autografa, un chiaro documento di difesa. Il consenso alla donazione è pleonastico, perché siamo già in donazione presunta, in mancanza di opposizione scritta.

4 nuovi pericoli:

1) Indagini strumentali invasive e dannose quali l’angiografia cerebrale per cercare segni di morte e non di vita;
2) espianto a cuore non battente da 1 a 5 minuti;
3) 
Proposta di Legge 746 per mantenere vivi i "morti cerebrali" per esercitazioni chirurgiche, chimiche e radiologiche;
4) Donazioni da viventi sani (rene, parte di fegato e in fieri polmone, pancreas, intestini).

 

 

DIFFIDA DELLE ISTITUZIONI CHE FANNO PROPAGANDA PER INCREMENTARE I TRAPIANTI

RICORDA:

OGNI TRAPIANTO RICHIEDE UN ESPIANTO, OGNI TRAPIANTO RICHIEDE LA FINE DI UN’ALTRA VITA!



MOLTI MEDICI ILLUSTRI HANNO ESPRESSO PUBBLICA CONDANNA E CHIESTO MORATORIA
Alcuni oppositori tra i tanti:
Prof. Dr. Nicola Dioguardi, emerito di medicina interna, Università di Milano;
Prof. Dr. Edoardo Storti, emerito di clinica medica, Università di Pavia;
Prof. Dr. Paolo Puddu, direttore dell'Istituto di patologia speciale medica e metodologia clinica, Università di Bologna;
Dr.a Maria Luisa Robbiati, anestesista-rianimatrice, già dell'ospedale S. Camillo e del Policlinico Gemelli di Roma;
Dr. Giuseppe Bertolini, anestesista-rianimatore, già degli Ospedali Riuniti di Roma;
Dr.a Stefania Dente, anestesista-rianimatrice, già all'ospedale C.T.O. di Napoli, anestesista all’Osp. di Bolzano;
Dr. Dario Miedico, specialista medicina legale, Milano;
Dr. Paolo Bavastro, cardiologo, primario medico alla Filderklinik, Stoccarda;
Prof. Giuseppe Sermonti, ordinario di genetica, Università di Palermo e di Perugia;
Dr. Dario Sepe, specialista malattie del fegato, Roma;
Prof. Dr. Rocco Maruotti, primario chirurgo, Milano;
Prof. Dr. Gerardo Ciannella, docente in medicina lavoro Univ. Napoli, Dirigente medicina preventiva Osp. Monaldi;
David J. Hill, M.A., FRCA emeritus consultant anaesthetist, Cambridge, UK; ...

La Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente condanna il concetto del silenzio-assenso, attuabile solo dopo l'emanazione delle direttive del Decreto Attuativo (art. 5), ma piuttosto che le forme illecite praticate negli ospedali, riteniamo che la legge debba essere applicata con chiarezza nella legalità.
Auspicabile sarebbe l'abrogazione dell'articolo che prevede il silenzio-assenso e una nuova formulazione che sancisca il silenzio-dissenso, ovvero l'intoccabilità della persona dichiarata d'ufficio in “morte cerebrale”, a meno che non richieda in forma scritta di entrare nel registro dei soli donatori che firmano l'accettazione dell'espianto a cuore battente.

CONTRO LA MORTE CEREBRALE A CUORE BATTENTE
La volontà di salvare gli organi ad ogni costo elimina la volontà di salvare il paziente ad ogni costo 

Documento presentato al Parlamento e al Movimento Critico Internazionale
Come detto in precedenza, la così detta "morte cerebrale" costituisce il cardine centrale su cui è basata l'espianto-trapiantologia(1).
Senza di essa la chirurgia sostitutiva centrata sull'espianto di organi da soggetti vivi che hanno perso la coscienza, non avrebbe avuto un seguito. I pazienti sotto ventilazione definiti arbitrariamente "cadaveri" dai medici che dichiarano la "morte cerebrale", in realtà non lo sono né per la biologia né per la legge.
Per la biologia non lo sono perché i pazienti hanno tutti i loro organi perfettamente funzionanti.
Per la legge non lo sono perché la normativa recita: "per cadavere si intende il corpo umano rimasto privo delle funzioni cardiorespiratoria e cerebrale"(2).
E' noto che le funzioni del cervello conosciute costituiscono solo il 10%(4), quindi la legge 578/93 che all'art.1 dichiara: "La morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo" è scientificamente assurda(3) perché non si può dichiarare "cessata" una funzione che non si conosce. Inoltre è stato ampiamente dimostrato da molti autori(4) e perfino dalla Harvard School di Boston(5) che alcune delle poche funzioni cerebrali note sono ancora presenti contrariamente a quanto enunciato dalla legge.

Entriamo così nel vivo della controversa questione dell'espianto-trapiantologia.
Già nel 1985 la Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente dichiarò inaccettabile la "morte cerebrale" e si costituì in associazione per contrastare tale concetto(6).
La "morte cerebrale" viene dichiarata sempre (rare sono le eccezioni) nelle prime 24/48 ore dal ricovero di un paziente comatoso, in genere traumatizzato cranico, in un reparto di Rianimazione, durante le quali non si attua alcun tentativo serio ed efficace di terapia finalistica.
La terapia è finalistica solo quando si oppone tempestivamente al processo patologico in atto.
Senza una terapia mirata si instaura un progressivo deterioramento della corteccia cerebrale, rendendo difficile il recupero del paziente. Più il tempo passa più la sostanza grigia cerebrale, avida di ossigeno, perde la sua vitalità. 
Quindi l'intervento chirurgico elettivo va sempre e comunque eseguito d'urgenza allo scopo di decomprimere il cervello. Il tempo in questi casi è prezioso e quindi andrebbe ripristinato l'intervento de-compressivo presso gli ospedali di prima accoglienza.

Infatti in passato il chirurgo degli ospedali minori aveva la preparazione per eseguire tali interventi decompressivi ed era tenuto ad effettuarli. Oggi, allo scopo di incrementare i trapianti, tali pazienti vengono avviati agli ospedali maggiori, più lontani, per cui sovente si superano i tempi ideali per il loro recupero. Così facendo però si salvano gli organi ad ogni costo.
La terapia finalistica non viene quasi mai attuata negli ospedali maggiori deputati al trapianto, poiché i neurochirurghi, pressati dalla richiesta di organi, sono consapevoli che salvare il paziente ad ogni costo può significare anche perderlo con l'atto chirurgico o durante il decorso post-operatorio, perdendo così i suoi organi.
Per terapia finalistica efficace intendiamo alcuni atti chirurgici: ventricolostomia, drenaggi extra e subdurali, e quando necessario craniotomia per ematoma extradurale, eseguiti d'urgenza, possibilmente nei primi 60/120 minuti dall'incidente(7) allo scopo finalistico di decomprimere il cervello.
E' bene chiarire che un'aspirazione di pochi cc. di liquido emorragico e del liquor ventricolare può essere sufficiente a decomprimere il cervello e così fare ricomparire la coscienza e fare uscire il paziente dal coma. Antiedemigeni, diuretici e ipotermia cerebrale controllata(8), completano il trattamento della terapia d'urgenza.

Infatti un soggetto colpito da un trauma cranico grave, ha sempre un versamento emorragico endocranico che, modesto nei casi di frattura/lussazione di una delle prime due vertebre cervicali (modesto perché sono ossa laminari sottili)(9), diviene al contrario un versamento ematico importante che si trasforma in un ematoma endocranico più o meno voluminoso in presenza di frattura della base cranica, cioè delle due rocche petrose che sono ossa molto vascolarizzate(10).
Notoriamente quest'ultimo tipo di frattura si diagnostica con estrema facilità anche prima di ogni accertamento radiologico per la presenza di una otorragia mono o bilaterale (presenza di sangue che si raccoglie nel padiglione auricolare).
Tale versamento emorragico infiltrativo e/o ematoma, comprime la massa cerebrale e quindi lo strato corticale/cerebrale (circa 1 cm. di spessore) a contatto con la struttura ossea indeformabile della volta cranica. La compressione dello strato corticale, sede dei centri sensoriali e dei centri motori e del linguaggio, che contribuiscono a formare la coscienza, determina il conseguente collasso del "canale sinaptico unificato"(11), struttura che come una rete labirintica si estende tra miliardi di neuroni. Tale collasso fa scomparire la coscienza. Il paziente si presenta in coma più o meno profondo a causa della compressione.

Stessa attenzione e tempestività di intervento si impone, è ovvio, per la patologia emorragica extradurale (ematoma da frattura o grave contusione delle ossa fronto-parietali). Tali pazienti hanno un tipico ritmo a due tempi: il paziente cade, si rialza, una piccola arteriola o capillare corticale/meningeo lacerato sanguina, si forma l'ematoma in un tempo variabile e il paziente entra in coma alcune ore dopo, quando la raccolta ematica determina una compressione della corteccia cerebrale.
Sia che il paziente giunga ad un ospedale maggiore direttamente o dopo aver perso tempo prezioso nell'ospedale minore, la patologia compressiva, trascorse 2/3 ore dal trauma, si aggrava.
I medici preposti sono consapevoli che sottoporre un paziente ad un intervento decompressivo può comportare la perdita degli organi sia in caso di esito positivo (guarigione) che negativo (morte), in quanto gli organi seguono il destino del paziente.
I parenti vengono tranquillizzati e tacitati con la frase rituale "faremo tutto il possibile per salvarlo", ma rinunciando a qualsiasi intervento chirurgico decompressivo il destino del paziente è segnato.
La dichiarazione di "morte cerebrale" copre qualunque malpractice ed evitando l'intervento i neurochirurghi, i rianimatori, i medici legali si sentono comunque al sicuro, poiché "Salvare gli organi ad ogni costo" è in linea con la filosofia di Stato.
Tale perverso comandamento elimina il salvare il paziente ad ogni costo, comandamento questo che affonda le sue radici nella storia della medicina.

Se il paziente comatoso giunge in ospedale con respirazione spontanea, ciò significa che i centri respiratori del bulbo non sono compromessi e pertanto non dovrebbe essere intubato se non per necessità operatoria.
Di solito, però, il paziente arriva già intubato e ventilato automaticamente, anche quando non è necessario. Da quel momento le sue condizioni vengono valutate attraverso le risposte riflesse agli stimoli, l'esame elettroencefalografico e il test dell'apnea (sospensione della ventilazione, senza svezzamento, e attesa delle ripresa spontanea del respiro), che viene ripetuto anche più volte consecutive, per valutare la profondità del coma e stabilire il raggiungimento delle condizioni richieste dai protocolli dello Stato per la dichiarazione della cosiddetta "MORTE CEREBRALE".
Con questo test si intenderebbe saggiare la reattività dei centri respiratori alla CO2 (anidride carbonica che si accumula nel sangue dopo l'arresto). Ma, con l'arresto del respiro, si provoca anche una diminuzione dell'ossigenazione del sangue (anossia), la quale, specialmente se viene ripetuta, può determinare un aggravamento, sovente irreversibile, delle condizioni neurologiche già critiche di un traumatizzato cranico(12).

A tale proposito dobbiamo ricordare una legge di fisiologia generale: qualunque organo, sistema, tessuto o singola cellula, se viene sostituito nella sua funzione cessa progressivamente di esercitare la funzione, sino alla sua atrofia.

E' una legge ben conosciuta che riscontriamo nella metodologia dell'intubazione con ventilazione automatica.
Ben lo sanno gli anestesisti, che per svegliare i pazienti dall'anestesia usano il metodo dello "svezzamento continuo e progressivo", non utilizzato nel test dell'apnea.
Si perviene così alla convocazione della commissione medica che decreta, senza possibilità di obiezione di coscienza, una condizione di patologia che, rispondendo ai criteri imposti dallo Stato, è dichiarata irreversibile.
Tutto ciò è conseguente alla mancata terapia d'urgenza. Tale dichiarazione pertanto rappresenta una condanna a morte annunciata e messa in atto d'autorità dopo un ridicolo periodo di osservazione di 6 ore che avvia il paziente all'espianto dei suoi organi.
Espianto che viene eseguito su un paziente che reagisce istantaneamente all'incisione chirurgica con movimenti degli arti e del tronco, aumento della frequenza del polso e della pressione arteriosa a conferma della sua vitalità, rendendo necessaria la somministrazione preventiva di farmaci curarizzanti (paralizzanti) o di anestetici.
E' solo con l'espianto degli organi che interviene la morte nel senso comune e classico del termine.

Il voler salvare gli organi ad ogni costo elimina la volontà di salvare il paziente ad ogni costo e così il concetto basilare della professione medica “Primum Non Nocere “viene tristemente abbandonato.

E' tempo di restituire ai medici il diritto/dovere di curare secondo scienza e coscienza senza limiti imposti dallo Stato e dalle centrali del potere sanitario che hanno imposto la finzione della "morte cerebrale"(4). 

E' tempo di rivedere drasticamente la legislazione in merito e dare voce ad un paziente che non può parlare, ma lancia il messaggio "perché non provate a curarmi?". Qualcuno dovrà pure ascoltarlo.

Comitato Medico-scientifico

Prof. Dr. Massimo Bondì
L. D. Pat. Chir. e Prop. Clin.
Università di Roma “La Sapienza”
Patologo e Chirurgo generale

Nerina Negrello
Presidente
Lega Nazionale Contro la Predazione
di Organi e la Morte a Cuore Battente


NOTE INFORMATIVE

1.       La “morte cerebrale” compare sulla scena medica americana nel 1968, quando dopo il primo trapianto di cuore (Barnard 1967 – Città del Capo), la Harvard Medical School introdusse i criteri per la definizione di “morte cerebrale” su soggetti vivi, in coma presunto irreversibile, per giustificare l'espianto-trapianto.

2.       Definizione di cadavere come da Circolare n. 24 del 24-06-93 esplicativa del D.P.R. 285/90.

3.       Ridefinizione di morte come da L. 578/93, DM. 582/94

4.       Con la parola morte si accomuna artatamente il paziente vivo sotto ventilazione dichiarato in “morte cerebrale” sulla base dei protocolli di Stato, e il morto tradizionale in arresto cardiocircolatorio e respiratorio.
Nel passato il morto era sempre un cadavere, nel presente il “morto cerebrale” non è un cadavere.

5.       Evans D.W., MD, Consultant Cardiologist al Papworth Hospital, Hill D.J., MA FFARCS, Consultant Anaesthetist all' Addenbrooke's Hospital, The Brain stems of organ donors are not dead, Catholic Medical Quarterly Vol. XL n. 3 – agosto 1989.
Molinari Gf., MD, The NINCDS collaborative study of brain death, n. 81-2286 Bethesda National Institute of Health 1980. 
Riporta 503 casi nei quali non è stato possibile trovare invariabilmente una correlazione tra la diagnosi di morte cerebrale precedente all'arresto cardiaco e la distruzione diffusa del cervello.
Baldissera F., Ordinario Fisiologia umana, Università Milano, Morte dell’uomo o della persona?, Bioetica 2, Franco Angeli ed., 1993.
Nannini U.G., Ordinario di Scienze Giuridiche, Valore della persona e definizione legale di morte - Cedam 1996
Singer P., Presidente Ass. Internazionale Bioetica, 2° Congresso Intern. sulla “morte cerebrale”, Cuba 1996 La morte cerebrale è una finzione, atti editi da Calisto Machaco Institute of Neurology and Neurosurgery.
Bondì M., Patologo e Chirurgo generale, Eravate matematicamente certi che fossero deceduti? Ospedale d'Italia vol. XX n. 5, maggio 1969.
Barrow J.D., I numeri dell'universo, Mondadori 2003 - p. 114 “..la stima moderna del numero delle connessioni elettriche che il cervello potrebbe contenere si aggira ad un totale di 1070.000.000.000  di possibili connessioni...”.

6.       Truog R. D. e Fackler J. Department of Anesthesia Harvard Medical School, Rethinking brain death ,Critical Care Medicine Vol. 20 n. 12, 1992.

7.       La “Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente” si costituisce nel 1985 a Bergamo dopo il primo trapianto di cuore su promozione dell'AEDfemminismo (Ass. Educazione Demografica-antimedicalizzazione-) fondata nel 1970da Nerina Negrello, attuale presidente della Lega Nazionale che si è sviluppata nell'aggregazione di liberi cittadini e associazioni culturali eterogenee. E' attiva in ambito culturale, scientifico, legale, legislativo, informativo. Audizioni parlamentari del 1992 (Bondì M., Baldissera F., Penso G., Romeo N., Evans D.W., Hill D.J.) e del 1998 (Bertolini G., Negrello N., Robbiati M.L., Sonnino R.). Associazione dei “non-donatori” che diffonde la Carta-vita/dichiarazione autografa d'opposizione alla “morte cerebrale” e all'espianto di organi/prelievo di tessuti e cellule.
8.       Barton R. e Cerra F. Department of Surgery University Utah, University Minnesota, Il trattamento iniziale del paziente traumatizzato - Gli interventi da effettuare nei successivi sessanta minuti, Stampa Medica, 50 (5) 15.3.'91.

9.       Watanabe Y., Emeritus of  Medicine, Once again on Cardiac Transplantation: Flaws In The Logic Of The Proponents, JPN Heart J. Sept 1997.
Hayashi N., Department of Emergency&Critical Care Medicine, Nihon University, Brain hypothermia terapy, Jpn  Med J. No 3767, July 6, 1996.

10.    La frattura/lussazione delle due prime vertebre cervicali se lede i centri bulbari determina la morte sul colpo.

11.    Koonsman M. e altri, Department of Surgery -Methodist Medical Center – Dallas, How much monitoring is needed for basilar skull fractures?, Congress April 26-29 1992. The Americam Journal of Surgery vol.164,november 1992.

12.    Bondì M. e Bondì M., Riv. Biol. / Biology Forum, The role of synaptic junctions in the identification of human consciousness  (1998) pp. 329-334.
Bondì M. e Bondì M., Interpretation of the pathogenesis of the coma, ECPD Brain consciousness international-symposium, 22-23 settembre 1997 pag. 201-204 – Belgrade Jugoslave.

13.    Coimbra Cicero, - Medico Nneurologista e Prof. Adjunto o Departamento de Neurologia e Neurocirurgia Un. Federal de São Paulo, Apnèia na Morte Encefalica, luglio 2001. Implications of ischemic penumbra for the diagnosis of brain death: apneia testing may induce rather than diagnose death, 2.7.2001
Coimbra Celso, avvocato, ha presentato (1.3.04) al Ministero Federale la denuncia Omicidio como pratica medica determinada pelos gestores do Conselho Federal de Medicina: un'accusa ben circostanziata di omicidio come pratica medica, nell'esecuzione del test dell'apnea ampiamente usato nel cosiddetto “accertamento” di “morte cerebrale”.


Ecco l’articolo introvabile sulla discordia





 

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The cancer
Di admin P. M.
Giovedì 30 gennaio 2014

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