venerdì 7 febbraio 2014

COME SI FA A TRASFORMARE UN FARMACO IN UN "BLOCKBUSTER"?

Con la terminologia di “blockbuster” si definiscono quei farmaci che vendono più di un miliardo di dollari l’anno! 
Cifra che, per avere un metro di misura immediato, significa duemila miliardi delle vecchie lire (…)


Big Pharma è il cartello che riunisce in sè tutte le più grandi multinazionali del farmaco, ovvero la potentissima lobby che detiene il monopolio delle cure sulla nostra salute.
Ciò premesso, sono proprio le malattie che affliggono la popolazione, soprattutto quelle più terribili a costituire la fonte dei suoi guadagni.
Per Big Pharma quindi le malattie croniche rappresentano una vera manna dal cielo poiché come noto lo scopo dichiarato delle Corporations non è aiutare il prossimo ma incassare guadagni.
Di conseguenza, per le multinazionali produrre un farmaco a basso costo che sia realmente efficace in modo definitivo non si rivela mai un buon investimento.
Il massimo profitto infatti lo realizza vendendo medicine che presentano molti effetti collaterali (ovvero che migliorano una patologia creandone altre nello stesso tempo) e pochi (o nessuno) benefici reali.

Melody Petersen, che era un reporter del New York Times, ha scritto un'ampia, convincente requisitoria contro il settore farmaceutico. Essa stabilisce in dettaglio i vari modi, sia legali che illegali, con i quali le aziende farmaceutiche possono realizzare autentici exploit (vendite annuali di farmaci per oltre un miliardo di dollari) e il ruolo essenziale che svolgono i KOLs, ovvero i "key opinion leaders ".
Sono queste le persone che scrivono libri e articoli su riviste mediche, redigono le "linee guida", occupano posti importanti nella FDA governativa ed in altri gruppi di consulenza, o in rinomate società professionali, e prendono la parola in innumerevoli riunioni e cene che si svolgono ogni anno per ragguagliare i clinici sui farmaci da prescrivere.
Dal momento che le aziende farmaceutiche non hanno accesso diretto ai pazienti, esse hanno l'esigenza di appoggiare le loro sperimentazioni ad atenei medici, dove i ricercatori ottengono di poter utilizzare, a scopo didattico, pazienti di ospedali e cliniche, o di società private di ricerca  (CROs), che attraverso i medici di base arruolano pazienti.
Sebbene le CROs siano di solito più efficienti, i finanziatori preferiscono utilizzare le scuole mediche, sia perché la ricerca condotta da queste è formalmente più quotata, ma soprattutto perché consentono loro di sfruttare la grande influenza dei KOLs.
L'avere un buon "KOLs" sul libro paga vale per la casa farmaceutica ogni centesimo speso…

Alcuni dei più grandi blockbuster sono psicofarmaci.
L’esempio è soprattutto il Neurontin (principio attivo: gabapentin), prodotto dalla Pfizer, che è stato inizialmente approvato solo per una indicazione molto limitata, il trattamento dell'epilessia nell'ipotesi che altri farmaci risultassero inefficaci nel controllo degli attacchi. Attraverso bustarelle pagate a nomi eccellenti del mondo accademico per poter mettere i loro nomi sugli articoli esaltando il Neurontin per altri usi (malattia bipolare, stress post-traumatico, insonnia, stanchezza delle gambe, vampate di calore, emicrania, tensione da cefalea, dolore post erpetico e altre ancora), tramite il finanziamento di conferenze nel corso delle quali venissero raccomandati questi utilizzi, la casa farmaceutica è stata in grado di trasformare il farmaco in un "blockbuster", con un fatturato di $ 2,7 miliardi nel 2003.
L'anno seguente, in un caso ampiamente trattato da Melody Petersen per il Times, la Pfizer ha ammesso le proprie responsabilità in ordine alla commercializzazione illegale ed accettato di pagare 430 milioni di dollari per evitare il danno di ulteriori spese comportate da cause penali e civili intentatele. Un sacco di soldi, ma per la Pfizer è stato più o meno come un costo commerciale, e ne è valsa la pena, visto che il Neurontin ha continuato ad essere utilizzato come un tonico per tutti gli usi, generando miliardi di dollari di vendite annuali.
Un alto dirigente della rete di vendite suggerì ai rappresentanti come incentivare l'acquisto del Neurontin: "Neurontin per il dolore, Neurontin per la monoterapia, Neurontin per i disturbi bipolari, Neurontin per tutto."
Sembra che la strategia di marketing del farmaco - ed è stato un notevole successo - sia di convincere gli americani che ci sono solo due tipi di persone: quelle che hanno problemi che richiedono un trattamento farmacologico e quelle che ancora non sanno di averne. Queste strategie sono state ideate nel settore del farmaco, ma non avrebbero potuto affermarsi senza la complicità della classe medica.
Il farmaco che negli anni '70 valeva 50 milioni di dollari all'anno, nel decennio successivo garantiva un ritorno dieci volte maggiore". Come nota la Petersen,: "…si venne così a delineare a poco a poco una serie di strategie di vendita che gli addetti ai lavori definirono ‘modello blockbuster'. 
Le medicine che garantivano un migliore ritorno economico erano quelle che non guarivano da nessuna malattia, limitandosi a curarne i sintomi. Il paziente che comprava questi medicinali si trasformava né più né meno in una sicura fonte di reddito, proprio come il fumatore o l'amante del caffè espresso lo erano per la tabaccheria e il bar, contribuendo a garantire anni di considerevoli guadagni alla società produttrice.
La ricetta era più o meno questa: concentrare gli investimenti finanziari e le attività di marketing sui farmaci destinati a curare malattie croniche o problemi come bruciori di stomaco, colesterolo alto e depressione".
Su questo argomento la Peterson ha scritto anche un libro: “Our Daily Meds” (la nostra pillola quotidiana) di cui potete leggere un estratto (in inglese) al seguente link:

La ricetta  - pubblicità a tutto campo+malattie croniche (o rese croniche) - è stata la carta vincente per i giganti del farmaco, la carta perdente per la salute dell'umanità. I numeri, del resto, parlano chiaro: Pfizer nel 1947 dedicava alle spese promozionali e amministrative il 6% degli incassi, cinquant'anni dopo il 40%.
Marc Mayer, esponente della Sandford C. Bernstein & Co, durante l'intervista rilasciata nel 1991 alla rivista Fortune dichiarò:  "...valeva la pena investire grosse cifre in quei farmaci destinati alla cura di malattie croniche in grado di garantire un ampio margine di guadagno"
 A questo "din" fece subito eco il "dan" di un'altra mignatta della finanza, analista di Morgan Stanley:
"il farmaco che negli anni '70 valeva 50 milioni di dollari all'anno, nel decennio successivo garantiva un ritorno dieci volte maggiore".

***** Novartis, 14 blockbuster in arrivo entro i prossimi 5 anni *****

Ma attenzione, non esistono solo i blockbuster ma anche i "mega-blockbuster"! E non si tratta solo di cifre, ma del rafforzarsi di una mentalità ancor più totalizzante. Cito la Petersen: "La ricetta del blockbuster farmaceutico funzionava talmente bene che Wall Street si innamorò ben presto dei profitti elevati che generava. Già alla fine degli anni '90, per una casa farmaceutica non bastava più poter mostrare un incremento rispettabile delle vendite e dei profitti annuali. Dalle maggiori case farmaceutiche gli investitori ormai si aspettavano incrementi come minimo del 15%, se non decisamente superiori. Gli azionisti si affrettavano a punire qualunque produttore osasse deludere le loro aspettative annunciando guadagni in crescita rapida, ma comunque leggermente inferiori a quanto Wall Street si attendeva....In breve, persino un farmaco capace di vendite per un miliardo di dollari all'anno non fu più abbastanza".

Si comprende quindi l'obbligata entrata in funzione di un meccanismo automatico di pressioni incrociate. Anche qualora lo staff dirigenziale di un big del farmaco non se la sentisse di superare determinati limiti morali, non esisterebbe alternativa ad un corso ormai obbligato: un po' come chi prima sobilla la folla e poi si trova, anche avesse cambiato idea, ad esserne sospinto e strattonato.
Se non assecondi l'incendio che hai appiccato, o sei sostituito o scompari.
Una delle conseguenze più gravi è che "....composti sperimentali che potevano rivelarsi provvidenziali per la salvezza di molti pazienti, ma che non avrebbero mai potuto garantire le vendite di un mega-blockbuster sarebbero stati ceduti in licenza ad altre società produttrici o abbandonati su uno scaffale a prendere la polvere".
E questo è niente. Immaginiamoci cosa accade, per sostanze che non solo non rendono, ma insidiano o vanificano le mega-vendite!!!!
In tale ordine di idee tutti i prodotti naturali non brevettabili (cioè non “inventati” da alcuno, ma disponibili in natura) che possiedono eccellenti proprietà terapeutiche senza avere al contempo pericolose controindicazioni non divengono mai oggetto di studi - se non indipendenti - e sono anzi annoverabili come i peggiori nemici dell’industria farmaceutica.
E pur se in linea teorica un farmaco diviene vendibile solo allorché efficace, sta di fatto che le grandi case farmaceutiche hanno a disposizione molti modi per far credere che sia utile o necessario anche quando non lo è affatto.
Il principale di questi sofisticatissimi mezzo di marketing prende il nome di “DISEASE MONGERING” ovvero la mercificazione della malattia, a volte nota come la malattia del cantastorie”
Selling sickness: the pharmaceutical industry and disease mongeringhttp://www.bmj.com/content/324/7342/886.1

Disease mongering and drug marketingDoes the pharmaceutical industry manufacture diseases as well as drugs?
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1369125/


Table of Contents: PLoS Medicine Disease Mongering Collection
http://www.ploscollections.org/article/browse/issue/info%3Adoi%2F10.1371%2Fissue.pcol.v07.i02
I FARMACI FANNO BENE SOLO A CHI LI VENDE!
Le medicine che garantisco un migliore ritorno economico sono quelle che non guariscono da nessuna malattia,limitandosi a curarne i sintomi. Il paziente che compra questi medicinali si trasforma né più né meno in una sicura fonte di reddito, proprio come il fumatore o l'amante del caffè espresso lo sono per la tabaccheria e il bar, contribuendo a garantire anni di considerevoli guadagni alla società produttrice.

Confessioni di un ex dirigente di Big Pharma: per loro non siamo malati, ma consumatori
John Rengen Virapen ha fatto carriera nel mondo dell'industria farmaceutica. Partito come semplice rappresentante di medicinali, è arrivato a dirigere la filiale svedese della Eli Lilly, uno dei colossi farmaceutici mondiali che compongono la cosiddetta Big Pharma. Dopo aver vissuto una vita da nababbo, dove nessun lusso gli era negato, Rengen si è reso conto della mostruosità di un meccanismo criminale di cui lui stesso aveva fatto parte per 35 anni.
Da qui il suo pentimento, e la decisione di denunciare pubblicamente la vera natura dell'industria farmaceutica.
Nel libro “Side effects: Death. Confessions of a Pharma-Insider” (“Effetti collaterali: morte. Confessioni di un membro interno della Pharma”) l'ex manager racconta nei dettagli tutti i meccanismi geniali del mercato delle medicine e parla del caso PROZAC (uno degli psicofarmaci più venduti al mondo prodotto dalla stessa Eli Lilly).
Le sue parole bastano e avanzano a far capire cosa sia l'industria dei farmaci...


I FARMACI PIU’ VENDUTI AL MONDO
IMS Health ha presentato i risultati del suo annuale IMS World Review. Le vendite farmaceutiche totali sono salite nel 2003 del 9%.
Il Nord America, l'Europa ed il Giappone hanno rappresentato l'88% delle vendite mondiali di farmaci.
In particolare il mercato farmaceutico del Nord America è responsabile di quasi la metà delle vendite globali.
Le classi terapeutiche Top 10 hanno rappresentato circa il 30% del mercato farmaceutico mondiale.

Al primo posto i farmaci ipolipemizzanti con vendite per 26,1 milioni di dollari ( + 14% ), seguiti da:

antiulcera ( 24,3 milioni di dollari; + 9% );
antidepressivi ( 19,5%; +10% ),
antireumatici non steroidei ( 12,4; + 6% ),
antipsicotici ( 12,2; + 20% ),
calcioantagonisti ( 10,8; 2% ),
eritropoietina ( 10,1; + 16% ),
antiepilettici ( 9,4; + 22% ),
antidiabetici orali ( 9; + 10% ),
cefalosporine ed associazioni ( 8,3; +3% ).

I primi 10 prodotti più venduti nel 2003 a livello mondiale sono stati : 
Lipitor ( Atorvastatina ), farmaco che abbassa i livelli plasmatici di colesterolo: 10,3 miliardi di dollari
( + 14% );
Zocor ( Simvastatina ), farmaco che abbassa i livelli plasmatici di colesterolo: 6,1 miliardi di dollari
( - 4% );
Zyprexa ( Olanzapina ), antispastico: 4,8 miliardi di dollari ( + 13% );
Norvasc ( Amlodipina ), antipertensivo: 4,5 miliardi di dollari ( + 7% );
Erypo/Eritropoietina, antianemico: 4 miliardi di dollari ( + 13% );
Ogastro/Prevacid ( Lansoprazolo ), gastroprotettivo antiulcera: 4 miliardi di dollari ( 0% );
Nexium (Esomeprazolo ) , antiulcera: 3,8 miliardi di dollari ( + 62% );
Plavix ( Clopidogrel ), antiaggregante piastrinico: 3,7 milioni di dollari ( + 40% );
Seretide ( Salmeterolo + Fluticasone ), antiasmatico: 3,7 miliardi di dollari ( + 40% );
Zoloft ( Sertralina ), antidepressivo: 3,4 miliardi di dollari ( + 11% ).

Nel 2003 il numero dei farmaci "blockbuster" continua a crescere: 64 farmaci hanno superato 1 miliardo di dollari , e 23 i 2 miliardi di dollari.


I 10 FARMACI TOP SELLING NEL 2014                                    


Pharmacoserias  segnala le previsioni di Reuters sui prossimi farmaci top selling. Rispetto al 2010 ci sono significative novità, legate alla perdita di copertura brevettuale per alcuni farmaci blockbuster e l’ avanzata dei biologici per le patologie del cancro e dell’ artrite reumatoide.

Classifica del 2014
http://lifemarketing.files.wordpress.com/2010/04/farmaci-venditi-2010.jpg?w=300&h=188

Classifica del 2010

http://lifemarketing.files.wordpress.com/2010/04/top-farmaci-2014.jpg?w=300&h=277



APPROFONDIMENTO
LA VERITA’ SULLE CASE FARMACEUTICHE (DA NON PERDERE!!!)
Per comprendere la strategia delle varie commissioni ministeriali, la creazione di "Prontuari e Linee guida" vincolanti per i medici, è utile leggere l'articolo/recensione del libro di Marcia Angell “La verità sulle Case Farmaceutiche” (Truth About The drug Companies), tratto da “The New York Review of Books, vol. 56 n.1, del 15 gennaio 2009.
La dr.ssa Marcia Angell, è stata direttrice per oltre vent'anni della prestigiosa rivista scientifica “New England Journal of Medicine” (NEJM). 
"La ricerca medica scientifica è in vendita?" si domandava Marcia Angell, allora direttrice del New England Journal of Medicine in un editoriale del maggio 2000. "No", fu la cinica risposta. "Il suo attuale proprietario ne è molto soddisfatto".

Link per leggere il testo in originale in inglese:

" L'industria farmaceutica è grande e potente come l'industria delle armi. Con la differenza che la guerra finisce. La malattia, no, finché c'è qualcuno che la tiene in vita" (Hans Ruesch).... e sono quelli che utilizzano i farmaci ed i vaccini ! Più sono malati più si ammalano…
Imparate e praticate la medicina naturale e tutto cio' svanira' come per incanto !
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The cancer
Di admin P.M.
Venerdì 7 febbraio 2014

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